Giulio Cesare: l’assassinio alle Idi di marzo
Giulio Cesare, uno dei personaggi più importanti e controversi della storia romana, venne assassinato il 15 marzo del 44 a.C.
Riaperto il dibattito sulla sua morte e il suo perchè.
Sommario
Le Idi di marzo, 15 marzo del 44 a.C., Giulio Cesare, uno dei personaggi più importanti e controversi della storia romana, venne assassinato. Questo evento segnò una svolta nella storia della repubblica romana e scatenò una serie di conseguenze che avrebbero portato alla fine della stessa repubblica e all’inizio dell’era imperiale.
Il mistero del suo assassinio
L’assassinio di Giulio Cesare fu un evento tanto drammatico quanto enigmatico. Ancora oggi, gli storici si chiedono quale sia stato il vero movente dei cospiratori e quale fosse il vero ruolo di alcuni personaggi chiave, come Marco Antonio e Cicerone.
Il ritrovamento di una tavola di marmo, i Fasti di Privernum, ha riaperto il dibattito sulla morte di Giulio Cesare. Questa tavola riporta l’elenco delle liste magistratuali degli anni 45-44 a.C., in cui maturò e si realizzò la congiura contro Cesare. Secondo questa nuova interpretazione, Giulio Cesare non voleva diventare un re, ma aveva già ottenuto il titolo di “dictator perpetuus”, e accanto a lui vi era Lepido magister equitum perpetuus. Questo fatto dimostra che l’aggettivo “perpetuus” non significava “a vita”, ma faceva riferimento a una carica perpetua di potere condiviso. Ciò fa cadere l’accusa mossa nei suoi confronti di voler introdurre una monarchia di stampo ellenistico.
Il movente
Ma allora, se Cesare non cercava di diventare re, quale fu il vero movente dei cospiratori? Secondo la maggior parte degli storici moderni, i cesaricidi agirono per impedire il disegno del generale di instaurare la monarchia a Roma attraverso la dittatura a vita, uno strumento assolutamente inedito che minacciava di sconvolgere l’ordine istituzionale e sociale costituito. Tuttavia, questa interpretazione non è priva di critiche e dubbi, e molte sono le domande ancora aperte.
L’uomo e il generale
Cesare era un autentico Romano e vedeva la soluzione alla crisi della “res publica” nell’espansionismo: nuove terre, nuove ricchezze, Roma sempre più grande. La sua missione non voleva ripercorrere le orme di un idolo del passato, Alessandro Magno, ma superarle. Cesare mirava forse a conquistare un vasto impero che comprendesse tutte le terre emerse dalla Britannia all’India. È lecito ipotizzare che quello che i cesaricidi temevano era che Cesare tornasse in patria in trionfo, accolto dalla folla come un nuovo sovrano di stampo ellenistico?
L’assassinio e i suoi protagonisti
L’assassinio di Cesare ebbe conseguenze drammatiche per la storia di Roma e per l’intera civiltà occidentale. Dopo la morte di Cesare, il potere passò nelle mani di Marco Antonio, il quale cercò di continuare la politica cesariana, ma fu osteggiato da Ottaviano, il nipdi Cesare che alla fine diventerà il suo erede e successore.
Ottaviano, noto anche come Augusto, era il nipote adottivo di Giulio Cesare e fu uno dei principali beneficiari della sua ascesa al potere. Tuttavia, nonostante il loro legame familiare e politico, Ottaviano e Cesare non sempre furono d’accordo sui metodi e gli obiettivi da perseguire. In particolare, Ottaviano si oppose alla decisione di Cesare di nominare il suo amico e generale Marco Antonio come uno dei suoi eredi, poiché temeva che questo potesse minacciare la sua stessa posizione di potere.
Dopo l’assassinio di Cesare, Ottaviano cercò di ereditare il suo ruolo politico e militare, ma incontrò resistenze da parte di altri personaggi influenti, come Marco Antonio e il senatore Cicerone. Tuttavia, grazie alla sua abilità politica e militare, riuscì a consolidare il suo potere e a diventare il primo imperatore di Roma, ponendo fine alla Repubblica romana e inaugurando l’era dell’Impero romano.
In sintesi, sebbene Ottaviano fosse il nipote e l’erede adottivo di Giulio Cesare, ci furono momenti di contrasto tra i due e Ottaviano alla fine prese la leadership di Roma come Augusto, primo imperatore dell’Impero romano.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
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