Giornata del Fiocchetto Lilla, 15 marzo: le parole contano nella lotta ai disturbi alimentari

Giornata del Fiocchetto Lilla; le parole hanno un peso: anche linguaggio influenza il rapporto con il cibo e la salute mentale.
Sommario
Giornata del Fiocchetto Lilla: il linguaggio influenza il rapporto con il cibo e la salute mentale
Le parole che usiamo ogni giorno hanno un impatto profondo su chi ci circonda. Questo vale in particolare quando si parla di alimentazione e immagine corporea. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) non riguardano solo gli adolescenti, né sono semplici fasi passeggere: sono patologie complesse, spesso radicate in un profondo disagio interiore. Il linguaggio che usiamo, sia nei contesti lavorativi sia nella vita quotidiana, può influenzare in modo significativo chi lotta contro queste problematiche.
I dati sui disturbi alimentari: un problema sempre più diffuso
Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, in Italia sono circa 3 milioni le persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare. Questi numeri sono in costante aumento, con un’incidenza particolarmente elevata tra i giovani adulti. L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa rappresentano le forme più diffuse, ma anche il binge eating disorder (BED), ovvero il disturbo da alimentazione incontrollata, è in forte crescita. Inoltre, il 95% delle persone affette da DCA sono donne, anche se il problema colpisce sempre più uomini.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica i DCA tra le malattie mentali più diffuse e con il tasso di mortalità più alto tra le patologie psichiatriche, sottolineando la necessità di interventi preventivi e terapeutici mirati.
Cinque frasi da evitare e alternative più rispettose
Alcune espressioni di uso comune, anche se dette con intenzioni positive, possono risultare dannose. Vediamo cinque esempi e come sostituirli con un linguaggio più inclusivo e rispettoso.
1. “Sei dimagrita, stai molto bene”
Questa frase lega il valore di una persona al suo aspetto fisico, suggerendo che la magrezza sia sinonimo di benessere. Per chi soffre di un DCA, può rafforzare l’idea che il proprio valore dipenda dal peso.
Alternative:
- “Così stai bene, ma ciò che conta di più è che tu ti senta bene con te stessa.”
- “Vedo che stai affrontando dei cambiamenti, come ti senti ultimamente?”
2. “Oggi ho mangiato troppo, domani digiuno”
Questo messaggio veicola l’idea che il cibo debba essere compensato con il digiuno, normalizzando un rapporto disfunzionale con l’alimentazione.
Alternative:
- Evitare commenti sul cibo: non è necessario giustificare ciò che si mangia.
- “Oggi ho mangiato qualcosa che mi piace, ed è bello concedersi ciò che fa stare bene.”
3. “Io sgarro solo nel weekend”
Questa frase enfatizza la rigidità delle abitudini alimentari, tipica dei DCA, e alimenta un ciclo di privazione e compensazione.
Alternative:
- “Mangiare in modo bilanciato significa anche concedersi ciò che ci piace senza sensi di colpa.”
- “Cerco di ascoltare il mio corpo e capire di cosa ha bisogno.”
4. “Mangia un po’ di più, fallo per me”
Spingere qualcuno a mangiare per compiacere gli altri può rafforzare l’idea che il proprio valore dipenda dal soddisfare aspettative esterne.
Alternative:
- “Se hai bisogno di qualcosa, io ci sono.”
- “Mi fa piacere condividere questo momento con te, ma scegli quello che ti fa stare bene.”
5. “Alla tua età soffrire di un disturbo alimentare mi sembra eccessivo…”
Minimizzare il problema di una persona con un DCA può farla sentire ancora più isolata.
Alternative:
- “Ognuno ha il suo percorso, e io ti sostengo nel tuo.”
- “Se vuoi parlarne, io sono qui per ascoltarti.”
Il ruolo dell’ambiente di lavoro nei disturbi del comportamento alimentare
I disturbi alimentari sono spesso circondati da stigma e incomprensione, soprattutto nei contesti lavorativi. Le persone con un DCA possono essere percepite come inaffidabili o incapaci di gestire le proprie emozioni, portando a una maggiore esclusione sociale.
Uno studio pubblicato su The Lancet Psychiatry ha dimostrato che il 40% delle persone affette da disturbi alimentari ha difficoltà a mantenere un impiego stabile a causa della malattia. Questo è spesso dovuto a sintomi come ansia sociale, bassa autostima e difficoltà nella gestione dello stress.
Comportamenti comuni di chi soffre di un DCA sul lavoro
- Perfezionismo: il bisogno di eccellere diventa una strategia per sentirsi validi.
- Isolamento sociale: evitare pranzi con colleghi per non dover giustificare le proprie scelte alimentari.
- Routine rigide: preferire ambienti prevedibili per mantenere il controllo sulle proprie abitudini.
Come creare un ambiente di lavoro più inclusivo
- Prestare attenzione al linguaggio: evitare commenti sul corpo e sull’alimentazione.
- Gestire con discrezione gli eventi sociali legati al cibo: non forzare la partecipazione.
- Esprimere preoccupazione con empatia: usare frasi come “Se vuoi parlarne, sono qui per ascoltarti.”
- Promuovere il supporto psicologico: offrire servizi di consulenza aziendale.
Un impegno condiviso per il benessere
Le parole che scegliamo possono fare la differenza nel supportare chi affronta un DCA. Creare un ambiente rispettoso e consapevole è un impegno collettivo, fondamentale per il benessere di tutti.
Il 15 marzo, in occasione della Giornata Mondiale del Fiocchetto Lilla, è importante riflettere sull’importanza del linguaggio nella lotta ai disturbi alimentari. Sensibilizzare su questi temi è il primo passo per creare una società più consapevole e inclusiva. Piccoli gesti e un uso consapevole delle parole possono davvero fare la differenza.
Il 15 marzo è la Giornata Mondiale dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), conosciuta anche come Giornata del Fiocchetto Lilla. Questa giornata è dedicata alla sensibilizzazione e alla consapevolezza sui disturbi alimentari come anoressia, bulimia e binge eating disorder.
La scelta del fiocchetto lilla come simbolo non è casuale: il colore lilla rappresenta la lotta contro questi disturbi, la speranza e la guarigione.
La giornata è nata per diversi motivi cruciali:
- Aumentare la consapevolezza: molti ancora non comprendono la gravità e la complessità dei DCA, spesso scambiati per semplici “capricci” o problemi estetici. La giornata mira a educare il pubblico sulla vera natura di queste patologie mentali.
- Combattere lo stigma: le persone che soffrono di DCA spesso si sentono isolate e giudicate. La giornata cerca di creare un ambiente di comprensione e supporto, riducendo lo stigma che circonda questi disturbi.
- Promuovere la prevenzione e l’accesso alle cure: informare sui segnali precoci dei DCA e rendere più accessibili i servizi di supporto e trattamento sono obiettivi fondamentali della giornata.
- Ricordare le vittime: la giornata è anche un momento per ricordare coloro che hanno perso la vita a causa dei disturbi alimentari e per sostenere le loro famiglie.
In sintesi, il 15 marzo è un’occasione per riflettere, informarsi e agire, affinché chi soffre di DCA non si senta solo e trovi l’aiuto necessario.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
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