Inquinamento degli oceani: basta indifferenza
Inquinamento degli oceani, sono contaminati da sostanze di ogni tipo, con gravi conseguenze per ecosistema e salute umana.
Inquinamento degli oceani, rappresentano una fonte di vita essenziale per la fauna e la flora del nostro pianeta.
Sommario
Radici storiche
Negli ultimi decenni, le acque degli oceani sono state contaminate da sostanze di ogni tipo, con gravi conseguenze per l’ecosistema e per la salute umana. Le cause dell’inquinamento degli oceani sono studiate da decenni e possono essere, in particolare, da plastica, chimiche, acustiche e luminose.
L’inquinamento degli oceani è un fenomeno che ha radici storiche. Fino agli anni Settanta, quando entrò in vigore il primo accordo internazionale sul tema, le acque del nostro pianeta sono state contaminate in maniera incontrollata da sostanze di ogni tipo, con gravi conseguenze per la flora e la fauna ma anche per gli esseri umani.
La plastica
La plastica è uno dei principali problemi di inquinamento degli oceani. Si stima che ogni anno ci finiscano dentro dai 4,8 ai 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Secondo alcune stime, nelle acque del nostro pianeta ci sarebbero già 86 milioni di tonnellate di plastica, di cui buona parte è ormai sui fondali.
Uno studio pubblicato sulla rivista Plos One da un gruppo di ricerca internazionale guidato da Marcus Eriksen, co-fondatore dell’organizzazione no-profit californiana 5 Gyres Institute, ha rivelato che a partire dal 2005 la plastica negli oceani è aumentata come non mai negli ultimi 40 anni. Sono oltre 170.000 miliardi i frammenti di plastica che galleggiano in superficie, per un peso complessivo di 2,3 milioni di tonnellate, e la velocità con cui vengono immessi in acqua è destinata quasi a triplicare entro il 2040.
I residui di plastica negli oceani sono dannosi per la fauna: molti animali che li ingeriscono si ritrovano con le vie respiratorie e il tratto digerente ostruiti, o se da giovani rimangono impigliati in residui di questo tipo rischiano di sviluppare delle malformazioni. Inoltre, alcuni animali marini sono stati trovati con le microplastiche nei loro tessuti, che rappresentano un problema anche per la salute umana.
L’inquinamento chimico
L’inquinamento chimico è un altro grave problema di inquinamento degli oceani. Concimi, pesticidi, erbicidi, detersivi, petrolio, prodotti chimici industriali e acque reflue rappresentano un rischio per l’ecosistema marino. Questo problema è particolarmente sentito nelle zone costiere dove i deflussi dei concimi usati nei campi finiscono prima nei fiumi e poi nei mari. Una delle conseguenze è l’eccessiva crescita di alghe, spinta dalla concimazione, che consumano l’ossigeno dell’acqua causando la morte di molti esseri viventi. In più, alcune sostanze chimiche inquinanti risalgono fino al vertice della catena alimentare, come il DDT, mentre i PFAS, prodotti chimici contenuti in molti prodotti domestici, si accumulano nel sangue di esseri umani e mammiferi marini.
L’inquinamento acustico
L’inquinamento acustico è un altro problema che colpisce gli oceani. I rumori forti prodotti dalle navi, dalle piattaforme petrolifere o dai sonar interferiscono con la comunicazione sottomarina non visiva di molti animali fra cui balene e delfini. Questo fenomeno influisce negativamente sui naturali schemi di migrazione, comunicazione, procacciamento del cibo e riproduzione della fauna.
L’inquinamento luminoso
L’inquinamento luminoso rappresenta un altro grave problema per gli organismi marini. La luce artificiale notturna interferisce con i ritmi circadiani degli animali marini che si sono evoluti per adattarsi all’alternanza tra il giorno e la notte e, in più rende più facile per i predatori reperire i pesci preda più piccoli e può alterare la riproduzione dei pesci di scoglio.
Se non fosse una considerazione ovvia, è importante notare che l’inquinamento degli oceani non colpisce solo la fauna e la flora marina, ma anche l’economia e la salute umana. Gli oceani rappresentano una fonte di cibo e di lavoro per molte comunità costiere, minacciando la sopravvivenza di molte specie marine e la pesca sostenibile. E le sostanze chimiche inquinanti, presenti negli oceani, possono contaminare il pesce e altri frutti di mare, rappresentando un rischio per la salute umana.
Forse ancora non siamo arrivati al punto di non ritorno, ma, continuando su questa strada, secondo le stime e previsioni, possiamo capire che in pochi decenni le acque del nostro pianeta saranno insalubri e, magari non ospiteranno più vita. Il tempo c’è e le tecnologie anche, serve la voglia di assicurare la salvezza all’ecosistema e abbandonare l’indifferenza comune. Vi consiglio di vedere la serie Extrapolations – Oltre il limite per rendersi conto di quale potrebbe essere un futuro prossimo dove gli effetti devastanti del cambiamento climatico, l’inquinamento degli oceani e l’innalzamento delle temperature sono diventati parte della quotidianità.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
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