Dengue e zanzare, attenzione alla malattia virale in aumento
Dengue, trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta.
La Dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, conosciuta da oltre due secoli, ma in vista ci sarebbe un nuovo repellente.
Sommario
Il principale vettore della Dengue
L’Italia sta vivendo un aumento dei casi di zanzare infette, stabilendo così un record in Europa, e questo fenomeno è attribuito all’umidità della stagione. Le due specie di zanzare più rilevanti in termini di trasmissione di malattie sono la zanzara comune e la zanzara tigre. L’Istituto Superiore di Sanità e gli esperti forniscono consigli e raccomandazioni per prevenire le punture e le malattie correlate.
La zanzara tigre è responsabile della trasmissione di malattie come Dengue, Chikungunya, febbre gialla e Zika, e i numeri dei casi stanno aumentando. Ad esempio, in Francia, l’anno scorso sono stati registrati 65 casi di febbre Dengue su un totale di 71, ovvero il numero complessivo dei casi segnalati in tutto il continente europeo dal 2010 al 2021.
Gli altri 6 casi registrati nel 2022 riguardavano la Spagna. Invece, la febbre del Nilo, nota anche come West Nile, è più diffusa, con 1.133 casi umani e 92 decessi totali segnalati in 11 Paesi europei. Di questi, 1.112 casi sono stati causati da infezioni locali e non importate da altri paesi. Questo rappresenta il numero più alto dal 2018, l’anno di picco dell’epidemia di questa malattia. Oltre all’Italia, sono stati segnalati casi anche in Grecia, Romania, Germania, Ungheria, Croazia, Austria, Francia, Spagna, Slovacchia e Bulgaria.
Il principale vettore della Dengue, nell’emisfero occidentale, è la zanzara Aedes aegypti, anche se ci sono stati casi trasmessi da Aedes albopictus. La malattia è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della Dengue è aumentata in molte regioni tropicali e ci sono stati segnali di allarme anche in Europa.
I virus Dengue
Claudio Venturelli, entomologo presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL Romagna e esperto di divulgazione scientifica, spiega che attualmente in Italia la zanzara Culex è sotto osservazione a causa del rischio di trasmissione della West Nile. Questo virus è l’unico che circola in modo endemico e viene attentamente monitorato attraverso piani ministeriali e regionali.
Per quanto riguarda i sintomi delle malattie, la West Nile può causare febbre e, nei casi più gravi, encefalite. La zanzara tigre può trasmettere Dengue, Chikungunya e Zika, e l’uomo può fungere da serbatoio, il che significa che se una zanzara infetta punge una persona, può a sua volta trasmettere il virus se viene punto da un altro insetto. Ciò aumenta il rischio di diffusione del virus. I campanelli d’allarme per queste malattie sono febbre persistente di almeno 38,5 gradi Celsius per almeno 3 giorni, dolori articolari, mal di testa e affaticamento. Tuttavia, questi sintomi possono essere confusi con un’influenza estiva. È importante che coloro che presentano questi sintomi e hanno viaggiato in paesi endemici segnalino immediatamente la loro situazione.
Le aree a rischio in Italia sono principalmente nella regione nordica, dalla Lombardia al Veneto, con casi segnalati anche in Emilia Romagna e Toscana.
La malattia di Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
I sintomi
Come detto, la Dengue dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue.
I casi negli ultimi due anni
Nel 2023 si sono verificati molti casi di Dengue in Argentina, che hanno provocato 39 morti. Sempre quest’anno il Brasile ha registrato 173 morti per Dengue, ovvero circa due morti al giorno, secondo l’ultimo bollettino epidemiologico emesso dal ministero della Salute. In Europa, ci sono molte più zone che stanno diventando vulnerabili a causa del cambiamento climatico. Tra giugno e settembre 2022, l’Agence Regionale de Santé (Ars) in Francia ha segnalato tre distinti focolai di trasmissione indigena del virus della Dengue, infezioni, cioè, contratte sul territorio nazionale senza che i pazienti si fossero recati all’estero. Questo evento ha destato preoccupazione e ha sollevato l’attenzione sulla necessità di adottare misure preventive efficaci contro la diffusione della Dengue.
La Dengue è nota anche come “febbre spaccaossa” a causa dei forti dolori muscolari e alle articolazioni che provoca. In alcuni casi, la malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali.
Non esiste un trattamento specifico per la Dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane.
Come evitarla?
Per prevenire la Dengue, la misura più efficace consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettori del virus. Diventano, quindi, prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata. Per ridurre il rischio di epidemie di Dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes.
Vi cito cosa consiglia l’Istituto Superiore di Sanità:
- Utilizzare repellenti e indossare abiti protettivi, come pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto.
- L’installazione di zanzariere alle finestre, il drenaggio frequente di contenitori con acqua stagnante e la copertura di quelli che non possono essere svuotati. È inoltre consigliabile cambiare l’acqua delle ciotole degli animali regolarmente e svuotare le piscine per bambini quando non vengono utilizzate. È importante anche evitare i ristagni d’acqua.
- Utilizzare repellenti anche durante il giorno, poiché la zanzara tigre può pungere anche di giorno. Si consiglia di scegliere i prodotti repellenti in modo appropriato, considerando l’età e le condizioni personali, come nel caso delle donne in gravidanza. Infine, è utile indossare abiti chiari.
In Italia, sono stati registrati alcuni casi di Dengue, come quello di una paziente di 38 anni rientrata in Italia dopo un viaggio per turismo in Sud America. Altri casi sono stati diagnosticati in alcune zone del territorio italiano.
Ed è stato registrato il primo caso anche a Catania, il che indica che il virus sta iniziando a circolare anche in quelle zone. L’umidità svolge un ruolo fondamentale nella riproduzione e diffusione delle zanzare, che si sviluppano preferibilmente in aree con ristagni d’acqua.
L’ISS riferisce, inoltre, che sono state segnalate due nuove specie di zanzare in Italia, la zanzara coreana e la zanzara giapponese, che però al momento non rappresentano una preoccupazione per la salute pubblica. Tuttavia, a causa della loro maggiore resistenza, queste specie vengono attentamente monitorate.
Malattie virali e surriscaldamento globale
Le malattie virali sono uno dei problemi più urgenti causati dal surriscaldamento del pianeta e dai cambiamenti climatici. Il climate change ha infatti un impatto significativo sulla diffusione delle malattie virali, poiché influisce sul comportamento dei vettori (come le zanzare) e sulle loro capacità di trasmettere le malattie.
Le zanzare, infatti, sono particolarmente sensibili alle temperature e alla disponibilità di acqua. Quando le temperature aumentano, le zanzare tendono ad essere più attive e a riprodursi più rapidamente, aumentando così la loro capacità di trasmettere malattie come la Dengue, la malaria e la febbre del Nilo occidentale.
Non solo, il cambiamento climatico può anche influire sulla distribuzione geografica dei vettori. Ad esempio, molte specie di zanzare si stanno spostando verso latitudini più elevate, portando con sé malattie virali precedentemente limitate alle regioni tropicali e subtropicali. Questo ha portato alla comparsa di focolai di malattie virali in aree in cui in passato non erano mai state segnalate.
Alcune malattie virali possono anche essere trasmesse attraverso il contatto diretto con animali selvatici. Il cambiamento climatico può influenzare la distribuzione di questi animali, spingendoli a spostarsi verso nuovi habitat in cerca di cibo e acqua. Ciò aumenta il rischio di contatto con gli esseri umani e la diffusione di malattie virali come l’HIV, l’Ebola e la febbre di Lassa.
In ogni caso, l’innalzamento della temperatura globale ha anche un impatto sulla salute umana in generale. Le ondate di calore, sempre più frequenti e intense, possono causare, oltre a scompensi fisici, insorgenza di allergie stagionali.
Forse i arrivo la soluzione
Secondo quanto riportato dal quotidiano The Guardian, sembra che possa esserci una soluzione all’orizzonte per il 20% della popolazione che è particolarmente soggetta a un numero elevato di punture.
Recenti sviluppi condotti all’Università di Gerusalemme (Huji) hanno portato alla creazione di un nuovo tipo di repellente che potrebbe ridurre fino all’80% il numero di zanzare attratte dal nostro sangue. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas Nexus ha rivelato che l’utilizzo di uno strato sottile a base di nanocristalli di cellulosa (Cnc), che si trovano naturalmente in materiali rinnovabili come il cotone e il legno, ha dato vita a un vero e proprio “camuffamento chimico”. Questo stratagemma sembra aver confuso le zanzare, deviandole verso altri obiettivi anziché verso i soggetti umani.
Il professor Jonathan Bohbot, uno dei coautori dell’articolo e docente all’Università di Gerusalemme, ha spiegato che questa combinazione tra Cnc e repellente potrebbe dimostrarsi più efficace e con un raggio d’azione più ampio rispetto ad altri prodotti attualmente disponibili sul mercato. Egli prevede che il prodotto potrebbe ottenere un alto grado di adozione una volta che sarà disponibile per l’acquisto.
Un altro aspetto interessante è la correlazione genetica con la suscettibilità alle punture di zanzara. Secondo stime, circa l’85% della predisposizione di una persona a essere puntata sarebbe legato ai geni. L’azienda di test genetici 23andMe ha individuato ben 285 marcatori genetici ereditari associati alla frequenza con cui le zanzare attaccano le persone. È importante notare che le zanzare sono attirate dalle sostanze volatili emesse dal nostro corpo, compresi composti organici rilasciati attraverso la respirazione.
Tuttavia, sono proprio i composti rilasciati attraverso la nostra pelle che indicano alle zanzare come nutrirsi; tra questi ci sono l’acido lattico e l’ammoniaca, prodotti chimici naturali che il nostro corpo produce. Maggiore è la quantità di acido lattico prodotto, maggiore è la probabilità che le zanzare si nutrano del nostro sangue. Quindi, poiché non possiamo facilmente modificare la nostra fisiologia, i repellenti sembrano rappresentare l’unica soluzione efficace contro questi fastidiosi insetti.
La futura produzione di prodotti anti-zanzara si prevede che avrà un impatto globale significativo, con un mercato stimato di 9 miliardi di dollari (7,2 miliardi di sterline) entro il 2026.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
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