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salute e benessere sono cruciali per la qualità della vita, per essere noi stessi fino in fondo e portare il cambiamento nella società
Il principale vettore della Dengue, nell’emisfero occidentale, è la zanzara Aedes aegypti, anche se ci sono stati casi trasmessi da Aedes albopictus. La malattia è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della Dengue è aumentata in molte regioni tropicali e ci sono stati segnali di allarme anche in Europa.
La malattia di Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue.
Nel 2023 si sono verificati molti casi di Dengue in Argentina, che hanno provocato 39 morti. Sempre quest’anno il Brasile ha registrato 173 morti per Dengue, ovvero circa due morti al giorno, secondo l’ultimo bollettino epidemiologico emesso dal ministero della Salute. In Europa, ci sono molte più zone che stanno diventando vulnerabili a causa del cambiamento climatico. Tra giugno e settembre 2022, l’Agence Regionale de Santé (Ars) in Francia ha segnalato tre distinti focolai di trasmissione indigena del virus della Dengue, infezioni, cioè, contratte sul territorio nazionale senza che i pazienti si fossero recati all’estero. Questo evento ha destato preoccupazione e ha sollevato l’attenzione sulla necessità di adottare misure preventive efficaci contro la diffusione della Dengue.
La Dengue è nota anche come “febbre spaccaossa” a causa dei forti dolori muscolari e alle articolazioni che provoca. In alcuni casi, la malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali.
Non esiste un trattamento specifico per la Dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane.
Per prevenire la Dengue, la misura più efficace consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettori del virus. Diventano, quindi, prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata. Per ridurre il rischio di epidemie di Dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes.
In Italia, sono stati registrati alcuni casi di Dengue, come quello di una paziente di 38 anni rientrata in Italia dopo un viaggio per turismo in Sud America. Altri casi sono stati diagnosticati in alcune zone del territorio italiano.
Le malattie virali sono uno dei problemi più urgenti causati dal surriscaldamento del pianeta e dai cambiamenti climatici. Il climate change ha infatti un impatto significativo sulla diffusione delle malattie virali, poiché influisce sul comportamento dei vettori (come le zanzare) e sulle loro capacità di trasmettere le malattie.
Le zanzare, infatti, sono particolarmente sensibili alle temperature e alla disponibilità di acqua. Quando le temperature aumentano, le zanzare tendono ad essere più attive e a riprodursi più rapidamente, aumentando così la loro capacità di trasmettere malattie come la Dengue, la malaria e la febbre del Nilo occidentale.
Non solo, il cambiamento climatico può anche influire sulla distribuzione geografica dei vettori. Ad esempio, molte specie di zanzare si stanno spostando verso latitudini più elevate, portando con sé malattie virali precedentemente limitate alle regioni tropicali e subtropicali. Questo ha portato alla comparsa di focolai di malattie virali in aree in cui in passato non erano mai state segnalate.
Alcune malattie virali possono anche essere trasmesse attraverso il contatto diretto con animali selvatici. Il cambiamento climatico può influenzare la distribuzione di questi animali, spingendoli a spostarsi verso nuovi habitat in cerca di cibo e acqua. Ciò aumenta il rischio di contatto con gli esseri umani e la diffusione di malattie virali come l’HIV, l’Ebola e la febbre di Lassa.
In ogni caso, l’innalzamento della temperatura globale ha anche un impatto sulla salute umana in generale. Le ondate di calore, sempre più frequenti e intense, possono causare, oltre a scompensi fisici, insorgenza di allergie stagionali.
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