Assunzione over 50 in azienda: il re-hiring
Assunzione over 50, il re-hiring sta prendendo piede negli Stati Uniti e sta rivoluzionando il mondo del lavoro.
Assunzione over 50-tanta esperienza e capacità produttiva immediata, sono i lavoratori over 50.
Sommario
Assunzione over 50 ovvero il fenomeno del re-hiring, sta prendendo piede negli Stati Uniti e sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Si tratta di una tendenza che si basa sulla riassunzione di persone over 50 che erano state licenziate in passato.
Tanta esperienza
Il motivo principale di questa scelta è la grande esperienza che questi lavoratori possono offrire, un fattore che risulta essere molto prezioso per le aziende. Con l’arrivo della pandemia, molte aziende hanno dovuto fare i conti con nuove sfide e con un assetto organizzativo ed economico in continua evoluzione. La tecnologia si evolve sempre più velocemente, i mercati sono sempre più volatili e l’acquisizione di competenze è diventata un elemento fondamentale per il successo di un’azienda.
In questo scenario, le aziende si trovano di fronte a un gap tra domanda e offerta. I giovani non sono sempre in grado di salire sul treno che corre veloce e che non si ferma neanche per farli salire. Ecco perché le aziende stanno rivalutando i baby boomer, definiti anche longennials, che solo pochi anni fa erano stati considerati incapaci di dare ancora valore al mondo del lavoro. Ora, al contrario, questi lavoratori sono considerati elementi necessari e preziosissimi. Possiedono una grande esperienza, hanno bisogno di poca formazione e possono essere messi a capo di un progetto in corso d’opera immediatamente.
Il passaggio di consegne
Questa tendenza sta aiutando le aziende a riempire il gap di competenze, garantendo una maggiore continuità operativa. Alcune aziende stanno anche incrementando l’assunzione over 50 per posizioni di secondo piano, che possono svolgere con competenza e con la saggezza derivata da anni di esperienza sul campo.
L’assunzione over 50 sta influenzando anche il modo in cui le aziende concepiscono la carriera dei loro dipendenti. Invece di vedere la pensione come un punto finale, sempre più persone considerano la possibilità di continuare a lavorare anche dopo aver raggiunto l’età pensionabile, magari in una posizione meno stressante o con orari più flessibili.
Una ricerca condotta da due psicologhe di Harvard, Tessa Charlesworth e Mahzarin Banaji, evidenzia come gli stereotipi riguardanti l’età siano più persistenti di quelli legati alla razza, all’orientamento sessuale e alla religione. Nonostante questo, il fenomeno del re-hiring (assunzione over 50) sembra non essere ancora approdato in Italia.
Longennials come traghettatori
Ma il re-hiring non significa che si smetta di investire sui giovani. I longennials sono definiti lavoratori “ready-to-go” e possiedono una skill fondamentale per far parte della realtà aziendale. Hanno acquisito l’intelligenza organizzativa, una capacità che si genera attraverso l’esperienza. Sanno come muoversi in relazione a un progetto, sanno gestire un gruppo di lavoro, anche a distanza, interpretare le situazioni e hanno reali capacità di problem solving. Tutto questo rappresenta l’intelligenza organizzativa che ha un’importanza enorme all’interno del mondo del lavoro.
Inoltre, reinserire persone con esperienza e altamente qualificate porta valore all’azienda anche da un altro punto di vista: la possibilità di avviare dei veri e propri percorsi di mentoring. Troppo spesso questo è impossibile, sia per questioni economiche che per scarsità di personale. In questo modo, per un giovane è davvero difficile acquisire le competenze richieste dalle aziende e crescere professionalmente. L’importanza della seniority è quindi fondamentale per non disperdere le competenze che sembrano essere imprescindibili per le aziende.
Per questo motivo, affiancare ai giovani persone qualificate e di esperienza che possano seguirli in un percorso di crescita è fondamentale.
Dal canto loro, i longennials possono offrire alle aziende un’importante opportunità per garantire una transizione senza traumi verso un futuro più digitale e sostenibile, sfruttando al meglio le competenze e l’esperienza dei baby boomer e creando al contempo opportunità di formazione e crescita per i giovani lavoratori.
La sfida delle aziende è quella di saper cogliere l’opportunità di questo nuovo modello organizzativo, basato su una maggiore integrazione tra generazioni e sulla valorizzazione dell’esperienza maturata nel corso degli anni, grazie all’assunzione over 50 sarà possibile costruire un ambiente di lavoro più equo e sostenibile, in cui il talento e la competenza siano valorizzati indipendentemente dall’età dei lavoratori.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
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