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AltroStile • Jhonny Mariotto, la parola e la conoscenza interiore

Jhonny Mariotto, la parola e la conoscenza interiore

Jhonny Mariotto: dobbiamo aprire gli occhi a una verità che ci chiede di prenderci la responsabilità della nostra vita.
AltroStile • Jhonny Mariotto, la parola e la conoscenza interiore
Video Intervista a Jhonny Mariotto

Jhonny Mariotto, ricercatore spirituale ci parla del potere che è in noi e di come riconoscere noi stessi in questa video intervista esclusiva.

Jhonny Mariotto intervistato da Patrizia Landini

Patrizia Landini

Jhonny Mariotto, parliamo di “parole” , un argomento che mi sta a cuore. Molto spesso sentiamo parole di paura, parole di terrore, parole anche intimidatorie, alle volte, spesso dalla stessa nostra categoria dei giornalisti, perché l’informazione tende a generare un po di timore nelle persone. Io vorrei sapere da te qual è il potere che ritrovi nelle parole, e avere un tuo parere su  come potersi destreggiare in un momento in cui l’informazione è sempre molto complessa, da recepire e anche da digerire. 

Jhonny Mariotto

Ci sono, secondo me, due tipi di persone, ci sono persone che preferiscono ascoltare e ci sono persone che preferiscono parlare. Le persone che preferiscono ascoltare sono persone che sono nella percezione, le persone, invece, che preferiscono parlare ,sono persone che sono nell’espressione. Ahimè, la maggior parte di queste persone che parlano, parlano nell’inconsapevolezza; cioè esprimono un disagio esistenziale che è comunque sempre interconnesso, o avvalorato, da una paura. 

Le persone vivono un profondo caos, dettato, comunque, da un’influenza, un’interferenza di quello che l’esterno propone. Siccome non hanno ancora trovato dentro di loro un punto su cui elaborare un loro equilibrio, un loro stato d’essere, dipendono da tutto ciò che l’esterno propone. È quello di cui la personalità ha bisogno, quindi, si nutre di ciò che l’esterno dona, vive in funzione di una ideologia o di quello che può essere un’identità che arriva dall’esterno. 

Ecco che la personalità è sempre alla ricerca di essere confermata dall’esterno, si conferma nell’esterno, perché non ha ancora conseguito quell’unicità o individualità, che, comunque, garantisce un valore non dipendente da regole o da strutture esterne a quello che può essere l’individuo. Quindi, le parole, perché acquisiscano un loro valore e anche un loro potere, devono essere intessute da una verità che deve, naturalmente, emergere piano piano, da quello che è un autoriconoscimento, non più una proiezione verso l’esterno, ma proprio un’integrazione di aspetti importanti della nostra vera natura.

Fintanto che le regole vengono, appunto, dettate dall’esterno, noi non sappiamo chi siamo, non siamo in grado di riconoscere chi siamo e di conseguenza la nostra verità, soffocata, la nostra verità, che è legata alla nostra vera natura, non è in grado di esprimere nelle parole, nel contenuto delle parole, nella vibrazione delle parole, perché le parole, ricordiamoci, sono vive; possono creare o mal creare la nostra realtà. Sempre più studi scientifici dimostrano quanto la parola abbia un suo potere innato.

E’ logico che se parte da una consapevolezza, quel potere viene veicolato come strumento d’amore e, in questo caso, è organizzante e organizzato con le leggi dell’universo, entra in sintonia con le leggi dell’universo, collabora con le leggi dell’universo. Ma quando queste parole, invece, diventano uno strumento vuoto, e vuoto, vuol dire che sono intessute o sono, comunque, portatrici soltanto della vibrazione della paura, che ha infinite sfumature; dalla rabbia, l’odio, il rancore, la gelosia, il disagio esistenziale, la tristezza, sono tutte sfumature che ci fanno comunque capire che di base c’è una profonda sofferenza. 

Non abbiamo guarito il nostro profondo senso di separazione dalla realtà esterna. Ad un certo momento, noi comunque dobbiamo aprire gli occhi a una verità, e questa verità ci chiede di prenderci la responsabilità della nostra vita, soltanto quando riusciamo a fare questo passaggio e le crisi che incontriamo lungo il percorso sono un ottimo strumento.

La buia notte dell’anima o quando incappiamo, come diceva Dante, nella selva oscura, sono proprio opportunità che la vita ci mette davanti, perché in quei momenti possiamo rivedere la nostra vita, e così la nostra condizione esistenziale, e attraverso un risveglio che è proprio una pulizia molto profonda che andiamo a fare, soprattutto a livello di paura, possiamo generare una nuova consapevolezza, possiamo risvegliare una nuova consapevolezza e da questa nuova consapevolezza si riallinea naturalmente pensiero, parola e azione. 

Avviene spontaneamente, quindi, non è un qualche cosa che dobbiamo creare attraverso una volontà implicita negli esercizi, nel fare questo, o nel fare quello. Ma è una riallineamento con la nostra verità che porta poi ad arricchire e rendere viva la nostra parola. È una parola di valore, è una parola che acquisisce un suo potere innato, è l’innato che si rivela in noi e attraverso di noi prende vita nelle nostre parole.

Come scoprire i nostri talenti, la risposta di Jhonny Mariotto

Patrizia Landini

Ti ringrazio, è stata una spiegazione veramente speciale, molto bella. Adesso io vorrei portarti a parlare dei talenti; cosa sono? Cosa sono i talenti, intesi naturalmente non come magari solo il talento artistico, ma il talento che risiede dentro di noi. Forse è proprio la nostra missione su questa terra. Ti chiedo come renderli parte, oltre che scoprirli, della nostra quotidianità, della nostra vita e della società in cui viviamo. 

Jhonny Mariotto

È un momento questo, molto importante per quel che riguarda il risveglio della coscienza. Ecco perché tante persone si stanno ponendo questa domanda, qual è il mio scopo nella vita? Che cosa sono qui a fare? Quali sono i miei talenti o come posso servire questo mondo?

È parte della nostra natura, comunque, porci queste domande, però tutto parte sempre dall’introspezione, dal silenzio; è come se dentro ognuno di noi fosse stato posto un seme. Quel seme è già pronto. Una rosa nasce come rosa e si manifesta come rosa nella sua più elevata essenza, così è per ognuno di noi e tutta l’ansia che l’individuo crea, è un’ansia esistenziale che è parte della natura umana.

Se noi osserviamo gli animali, non portano con sé l’ansia, non sanno neanche cosa sia l’ansia. Però neanche quelli che io chiamo i Buddha, sanno cos’è l’ansia; l’hanno sperimentata e l’hanno trascesa. I Buddha sono, naturalmente, quelle guide o quei maestri spirituali che hanno raggiunto il più elevato stato d’essere, sono nel divenire, sono nell’essere, hanno abbandonato quello che può essere un bisogno o un obiettivo.

Nel mezzo, tra gli animali e i Buddha, ci sono gli esseri umani. Lì c’è l’ansia, perché da una parte abbiamo la calamita che ci riporta a essere il nostro aspetto animale, più selvaggio, più legato alla sopravvivenza. Dall’altra parte sentiamo un richiamo profondo per tornare a essere dei Buddha, per tornare a essere illuminati.

Ecco che se noi, naturalmente, abbandoniamo quello che può essere il tentativo di camuffare quell’ansia, quell’ansia e tutto ciò che ci porta a fissare degli obiettivi, a porci mille domande su che cosa siamo, perché siamo qui perché abbiamo questa vita o dobbiamo manifestare le nostre qualità o le nostre capacità, entriamo nell’aspetto della meditazione, infatti, il desiderio è ciò che va a camuffare l’ansia, la ricopre con dei veli, ma non le permette di essere trasformata.

Soltanto entrando in uno stato meditativo e in uno stato meditativo, vuol dire osservare, essere in grado di osservarci, essere contemplativi di tutto ciò che accade dentro di noi, quel seme che è stato posto dentro di noi, piano piano inizia a prendere forma è una fioritura che avviene spontaneamente. Io attingo molto spesso a quello che è l’insegnamento di “Un corso in miracoli”, un libro per me molto importante e in questo insegnamento si dice, appositamente, che il lavoro non dobbiamo farlo noi. Noi dobbiamo semplicemente farci da parte, con umiltà, ed esprimere quell’intenzione, affinché la verità si riveli dentro di noi.

Quindi, la manifestazione è semplicemente un salto di ottava a livello vibrazionale, quando noi molliamo l’interferenza del mentale, che è pieno di attaccamenti, di bisogni, di regole, di calcoli, di logica, e lì c’è un grande caos, perché comunque c’è sempre l’interferenza dell’esterno. Allora in quel collassare della nostra mente, emerge proprio quello che è la nostra vera natura, e in quell’espressione i nostri talenti emergono spontaneamente. 

È un qualche cosa che accade, perché deve accadere, perché è parte di un progetto animico, quindi, anche fattore di assaporare, come tante persone fanno, di fare tanti tentativi, va bene, ma deve essere sempre e comunque intervallato da momenti di ascolto e di introspezione. Agisci ma poi torna all’essere, perché ricordiamoci che nella vita i tre stadi di quello che è la manifestazione sono ben precisi e delineati, e non possono essere naturalmente capovolti.

I 3 stadi, Jhonny Mariotto ci spiega come procedere

Questi 3 stadi sono essere, fare, avere. La maggior parte delle persone parte dall’avere, poi, naturalmente, determina che cosa fare per avere quello, e in base a quel fare, si va a identificare, ma purtroppo, voler dirigere nel verso sbagliato queste modalità, è motivo di tutta quella sofferenza che l’individuo poi vive e sperimenta.

Quindi partiamo dall’essere, e l’essere è nella percezione, percepire vuol dire essere un attento osservatore di tutte le dinamiche che accadono dentro di noi, e attorno a noi. Mano a mano che il tuo essere si stabilizza, appunto, in una vibrazione di coerenza e di risonanza armonica, con le leggi dell’universo e con la sensibilità dell’anima, il tuo fare si predispone, naturalmente diventa una cosa spontanea. Dietro al fare c’è anche naturalmente l’avere.

Essere finalmente noi stessi

Patrizia Landini

E questo è molto chiaro, ma forse non è altrettanto chiaro come si possa arrivare a questo, perché raccontato e spiegato da te è cristallino, è perfetto. Ma per chi, appunto, è sollecitato da questo mondo, da questo overloading di informazioni, non è facile riuscire a partire dal proprio essere. Qual è il il primo passo che una persona potrebbe fare per cominciare a ragionare su questa tematica e a uscire da questo fiume in piena nel quale quasi tutti noi, siamo gettati dentro? 

Jhonny Mariotto

Ti farò un esempio molto pratico. Ipotizziamo che io voglio correre i 100 mt in 7 secondi, ho questo obiettivo, mi sono posto questo obiettivo. Ma questo obiettivo è disfunzionale, perché, semplicemente, è un qualche cosa che non è legato a me, ma dipende da tanti fattori.

L’unica cosa a cui io devo dare attenzione è rinforzare queste gambe, e naturalmente, migliorare l’aspetto dei miei polmoni a livello di ossigenazione, quindi, è un allenamento che devo fare su di me ogni giorno, migliorando le mie capacità fisiche e mentali, così che poi la corsa sia innanzitutto gioiosa, un’espressione gioiosa di ciò che sono. 

Poi io potrò arrivare a correre quei 100 mt anche in 5 secondi, ma non è l’unico obiettivo, perché sto cercando di dare attenzione, ogni giorno, a quello che è alla mia portata, ciò che io posso fare, lo faccio. 

Ciò che non posso fare, non lo faccio, di conseguenza, essere concreti, tangibili sulle possibilità di questo momento, altrimenti continuiamo ad alimentare aspettative o alimentiamo false illusioni di una realtà che non è concreta al momento presente, non è connessa al momento presente e, quindi, tutto ciò rischia di deviare in una frustrazione, perché vediamo che le cose non arrivano, vediamo che non riusciamo ad ottenere quella determinata cosa, vediamo che non riusciamo a esprimere ciò che siamo e quindi rimaniamo fedeli a ciò che siamo in questo momento.

Allenamento, lavoriamo su ciò che siamo, elaboriamo al meglio quelle che sono le nostre qualità fisiche e mentali. Tutto il resto sarà una derivazione di questo. 

La fisica quantistica e l’energia del punto Zero

Patrizia Landini

Suppongo che questo ci porti a una condizione molto migliore per quanto riguarda la nostra salute mentale e psicofisica, mano a mano che procediamo in questo cammino. In teoria, dovremmo anche fare pace con noi stessi, e, quindi, essere più sereni.

Jhonny Mariotto

Molto più sereni, perché comunque noi iniziamo a utilizzare quello che soprattutto la fisica quantistica, definisce l’energia del punto zero. Ogni forma di vita, ogni essere vivente, forma un toroide di energia. Sono queste due ellissi di energia che se noi le guardiamo da un punto di vista grafico, è come una ciambella, con questi due tornado energetici, uno che risucchia e l’altro che naturalmente distribuisce.

Al centro del nostro cuore si crea questa energia chiamata dal punto Zero, l’energia del punto Zero non è un’energia che serve per scrivere la lista della spesa, organizzare la nostra giornata lavorativa, o assolvere alle nostre 1000 telefonate. E un’energia che ci accompagna alla pace, a trovare la pace dentro di noi.

E’ un’energia che ci guida nella pace. Quando noi utilizziamo sempre di più questa energia, attraverso la coltivazione delle virtù del cuore, quindi attraverso la meditazione, attraverso il silenzio, attraverso, comunque, il contatto con la natura, noi iniziamo a muovere questa energia. 

È un’energia che, di suo, non andrebbe neanche definita energia, perché non è una vera energia e questa più che altro è una forza vitale. E’ la componente suprema che genera tutto ciò che noi siamo. Alimenta ciò che siamo, e questa energia piano piano ci prende per mano e ci accompagna a vivere nella consapevolezza e radicata nel qui e ora nel presente.

Quindi, mano a mano che noi usciamo dall’illusione del tempo, ci centriamo nell’eterno momento presente. L’unico momento, l’unico istante nel quale le nostre potenzialità, quindi, la nostra forza sacra, ha modo di esprimersi, quindi trovare radici nel qui e ora, nel momento presente, è un viaggio iniziatico che ci porta comunque a liberarci da tutte quelle catene, da tutte quelle zavorre, da tutte quelle sovrastrutture che in un modo, o in un’altro, rischiano comunque sempre di appesantirci e di vivere la vita in un modo frustrante o comunque disallineato da quello che è il nostro viaggio.

Qual è il rischio di non conoscere se stessi

Patrizia Landini

Praticamente mi hai anche già risposto, però volevo proprio chiederti quali sono i rischi di non conoscere se stessi, di continuare a vivere in questa sorta di ignoranza, diciamo così, tra virgolette, però senza conoscere noi stessi. 

Jhonny Mariotto

Se manchiamo questo riconoscimento, se ci allontaniamo da questo riconoscimento, la sofferenza è la base della nostra vita. Perché tutto ciò che noi facciamo nel tentativo di sostenere soltanto la nostra personalità, e ripeto, la personalità, vive in funzione della società, è creata appositamente per essere soggetta all’influenza della società, quindi il viaggio opposto è quello di percorrere il viaggio verso l’individualità.

E individualità vuol dire indivisibile, ciò che non può essere separato, mentre la personalità deriva da una parola greca che significa maschera. Noi indossiamo delle maschere per piacere agli altri, per essere accettati dagli altri, per avere un ruolo in quel tessuto sociale, dove comunque ci sono tutta una serie di parametri che non sono correlati a ciò che noi siamo, al nostro vero valore, ma a stereotipi che sono completamente distorti e disfunzionali.

Quindi, la base di una personalità è la sofferenza, è l’ansia esistenziale. Lo diceva chiaramente anche il Buddha, noi nasciamo naturalmente come Buddha, ma proprio perché c’è la dimenticanza della nostra vera natura, ciò che l’uomo vive nel percorso attraverso quelle che sono le quattro nobili verità, deve naturalmente riconoscere che la vita dell’essere umano è incentrata, e basata, sulla sofferenza, è una condizione che abbraccia ogni individuo e ogni persona in questo mondo. Bisogna poi sapere che c’è una correzione per questa sofferenza, c’è possibilità di uscire da questa sofferenza.

La cura non è esterna a noi. Questa è la terza nobile verità. La cura è interna, è dentro di noi. E la quarta nobile verità è percorrere il sentiero che è un sentiero proprio di perdono, è  un sentiero di compassione, che dobbiamo generare verso noi stessi, rimanendo in quella istintività che ci permette, momento dopo momento di uscire da questo caos che naturalmente il mondo crea e genera, quindi dalla logica, dalla razionalità, dove comunque i nostri pensieri sono sempre nell’ora di punta, quindi, in un caos più totale, passare a quello che è una vita istintiva, legata naturalmente sull’intelligenza interiore della nostra guida dell’anima.

E questo è un grande passaggio. Perchè ci permette di uscire dall’illusione dello spazio e del tempo e di vivere questa dimensione di pace, questa energia del punto zero che ci prende per mano, che sa esattamente dove dobbiamo essere e perché dobbiamo essere, ed integrare una fiducia profonda, la fiducia è, penso, per qualsiasi tipo di sentiero, noi percorriamo l’elemento fondamentale, perché se non abbiamo fiducia in noi stessi non possiamo avere fiducia nella vita. E se manca questa fiducia la cercheremo all’esterno.

Creando naturalmente sempre delle proiezioni, queste proiezioni creano illusioni e dietro le illusioni ci sono delle grandi delusioni. Ecco perché alla fine tutta questa proiezione non fa altro che alimentare una grande sofferenza. 

La polarizzazione della società, la risposta di Jhonny Mariotto

Patrizia Landini

E infatti vediamo in questi ultimi anni, soprattutto, nella società, a parte la sofferenza che sembra che contraddistingua un po’ tutti, anche una grande polarizzazione, una grande divisione tra chi la pensa in un modo e chi la pensa in un’altro modo. Ora senza un giudizio, vorrei capire da te come, come vedi questa questa divisione all’interno degli esseri umani. 

Jhonny Mariotto

Io ho letto diversi anni fa un’intervista fatta a Sai Baba prima di morire. Lui già anticipava che saremmo entrati in un momento storico della nostra evoluzione, a livello proprio di pianeta, a livello di umanità, in cui la luce si sarebbe fatta più intensa.

Quando la luce si fa più intensa è logico che tutte le zone d’ombra vengono rischiarate, ciò che prima non era in grado di riconoscere viene evidenziato, il lavoro di rivelazione, che avviene principalmente dentro di noi, per poi essere portato all’esterno, è un lavoro naturalmente di risveglio, è un lavoro di evoluzione. In questo momento ci sono persone che utilizzano questa grande luce per illuminarsi e ci sono persone che utilizzano questa energia per oscurarsi.

Perché il cambiamento, il nuovo fa paura, quindi, quando una persona viene invitata ad affrontare i propri demoni, le proprie zone d’ombra a volgere lo sguardo dentro di sé per andare in profondità, la maggior parte delle persone ti dicono no, io voglio guardare soltanto.verso le cose che mi fanno piacere, mi portano gioia, mi portano a star bene. Però, io ricordo a queste persone che quando noi arriviamo all’aeroporto internazionale della vita, arriviamo con due valigie, una bianca e una nera.

Nella valigia bianca ci sono i nostri talenti, le nostre qualità, tutto ciò che noi siamo portati a esprimere, che è un bagaglio animico, legato comunque, per chi ci crede a tante vite passate.

Però abbiamo anche una valigia nera, in quella valigia nera abbiamo le nostre paure, tutto ciò che è un retaggio di tante esperienze legate proprio a un’ignoranza, un’arroganza, una superficialità e, quindi, attraverso il Karma siamo qua naturalmente, a rivedere quei momenti e quei passaggi, ci diamo appuntamento con quelle anime, perché sotto un’altra forma, possiamo rivivere quei momenti ed elevare a livello d’amore quello che è l’esperienza con quella persona o con quell’anima. In tanti momenti, magari ci invertiamo di ruolo, così da capire il torto che abbiamo fatto, subendo lo stesso torto.

Quindi, nella logica della vita, nella magnificenza della vita e della creazione, tutto è sempre perfetto e nulla succede per caso. In questo momento, questa polarizzazione che si sta creando è proprio una polarizzazione che porta all’estremo, quindi, comunque vedere l’oscurità da una parte e la luce dell’altra, ma senza identificare cos’è luce e cos’è oscurità, cos’è ignoranza o cos’è naturalmente intelligenza. Cos’è sapere, da che cosa è non sapere, è semplicemente che ognuno, in questo momento della vita e dell’esistenza, ha la possibilità di fare una scelta.

Come dicevo prima, se utilizzare questa grande energia che sta operando, e non sono parole soltanto di tipo spirituale, perché basta osservare cosa sta succedendo al pianeta Terra, se noi andiamo a leggere la risonanza, Schumann, che è un dato molto importante, identificativo a partire da circa il 2012, l’anno che era segnalato come la fine del mondo, ma è stata la fine di un mondo, un mondo a livello vibrazionale è iniziato un periodo di transizione che ci porterà un nuovo mondo. Siamo in questa transizione, stiamo attraversando un ponte che ci porterà comunque a una vita completamente diversa.

Per chi sarà pronto; Gesù lo aveva annunciato più di 2000 anni fa, ma se andiamo a guardare, i Veda e naturalmente quelli che sono i cicli contenuti nei Veda, attraverso il Kali Yuga, il Satya juga, noi ci stiamo muovendo dall’età del ferro, all’età dell’oro, il pianeta si prepara a vivere una nuova età dell’oro, ma per arrivare arrivare a questo c’è bisogno prima di affrontare un risveglio della coscienza.

Ma come può avvenire un risveglio della coscienza se prima non elaboriamo tutte le nostre paure, tutte le nostre ferite? Ecco che ci viene in aiuto la luce, una luce sempre più importante. La risonanza Schumann sta crescendo e già questa vibrazione che aumenta da sotto i nostri piedi ci dà uno stimolo, è uno stimolo importante perché questa luce inizia a creare comunque una nuova vibrazione dentro di noi, le cose si stanno muovendo o segue il flusso, o rischi di esserne naturalmente completamente travolto. 

Dove è diretto l’uomo contemporaneo, lo chiedo a Jhonny Mariotto

Patrizia Landini

Bene allora, alla luce di questo che che tu mi hai detto, sono sicura che potrai darmi la tua visione: volevo chiederti se tu hai capito dove stiamo andando in questo momento? 

Jhonny Mariotto

È bene che ognuno si ponga questa domanda perché, ripeto, dipende dalla scelta dell’individuo, stabilire se prenderà una scala che va verso l’alto o una scala che va verso il basso. È un momento importante, in cui tante persone si pongono molte domande a livello di sopravvivenza, a livello di realtà oggettiva, ma l’unica cosa veramente importante che ci viene chiesto è: fai tutto ciò che serve per salvare la tua anima, quindi se noi non ci mettiamo in ascolto della nostra anima, cercheremo soluzioni all’esterno, cercheremo di aggrapparci a quel vecchio, che da sempre ha fatto parte della nostra vita.

Però questo vuol dire implodere con quel vecchio, perché mano a mano che quel vecchio si sgretola, si decompone, si frantuma e lo stiamo vedendo ogni giorno di più, il rischio è di cadere in mezzo a queste macerie, quindi, se un tempo, se tanti anni fa le persone potevano anche avere la possibilità di scegliere, se lo desideravano, un percorso di crescita interiore, un percorso spirituale, delle pratiche di luce, ora, dal mio punto di vista, è assolutamente imperativo, perché, in questo momento, dobbiamo ogni giorno prenderci la responsabilità non soltanto del nostro corpo fisico, ma, soprattutto, della nostra vibrazione.

Fu detto a Nicola Tesla che se noi vogliamo veramente conoscere l’universo per quello che è, le sue leggi, dobbiamo guardare la vita da un punto di vista energetico, di vibrazione e di risonanza, ecco che sempre di più, attraverso queste pratiche, che noi possiamo integrare nel nostro cammino, la respirazione consapevole, la meditazione, i mantra, la preghiera, la pratica della gratitudine o la pratica del perdono, ci fanno capire quanto possiamo naturalmente elaborare vecchie ferite, lasciando andare quel corpo di dolore, come ci è stato testimoniato, nel suo grande libro, “Il potere di adesso” da Ekart Tolle.

E attraverso questa guarigione, tenere così alta la nostra vibrazione da poter fluire in questo cambiamento, lasciando andare tutto ciò che, invece, piano piano continua a sgretolarsi e a cadere lungo il sentiero. Tutto dipende da noi, è una scelta interiore e ognuno è bene che si confronti, giornalmente, con questa scelta, motivandola con coraggio, esprimendo una chiara intenzione su quello che è il suo desiderio di cavalcare l’onda della luce e, quindi, essere in risonanza con quella luce e tutto sarà favorevole perché quel sentiero si predisponga,  naturalmente.

Possiamo vivere in funzione di una sincronicità, la sincronicità si muove nella magia di piccoli accadimenti, che ci fanno capire che c’è sempre un aspetto di noi, come dicevamo prima, l’angelo del parcheggio o comunque la nostra guida invisibile, che ci prende per mano e predispone un cammino favorevole, perché tutto si possa naturalmente realizzare per il nostro massimo bene.

Patrizia Landini

Jhonny Mariotto, ti ringrazio tanto per essere stato nostro ospite. Ci hai offerto una visione, comunque, anche, rassicurante, nel senso che se dipende da noi, allora possiamo muoverci e possiamo essere noi stessi gli artefici del nostro miglioramento e cambiamento. 

Jhonny Mariotto

Grazie a voi, e assolutamente piena fiducia perché il meglio sta per arrivare.

Altrostile.net ringrazia l’associazione Zenit di Bassano del Grappa (VI) per aver ospitato l’incontro.

AltroStile • Jhonny Mariotto, la parola e la conoscenza interiore
Articolo a cura di:

Patrizia Landini

Giornalista di Salute e Benessere

La nostra TV che da sempre è la nostra finestra sul mondo della crescita evolutistica dell’umanità.
Dal 2011 Partner Ufficiale di YouTube, seguirà costantemente il nostro lavoro di divulgazione e supporto delle buone pratiche