Alzheimer, con il sonno si protegge il cervello
Alzheimern e sonno, gli scienziati hanno da tempo studiato la relazione tra il sonno e l’Alzheimer.
Il sonno protegge e depura dalle proteine il nostro cervello.
Sommario
Alzheimer e sonno, gli scienziati hanno da tempo studiato la relazione tra il dormire bene e la malattia neurodegenerativa più comune al mondo.
Il sonno, i suoi benefici
Il sonno è un elemento vitale per la salute e il benessere dell’organismo. Non solo aiuta a ripristinare l’energia fisica e mentale, ma svolge anche un ruolo importante nella protezione del cervello da questo morbo.
Secondo gli studi, il sonno profondo e di qualità durante la notte può avere effetti benefici sulla protezione del cervello contro la malattia di Alzheimer. Infatti, durante il sonno profondo, il cervello rimuove le tossine associate all’Alzheimer e allontana questi prodotti di scarto dal cervello.
L’accumulo di proteine
La ricerca suggerisce che l’accumulo di proteine contribuisce al declino cognitivo, e lo sviluppo dell’Alzheimer è stato collegato all’aumento dei livelli di proteine nel cervello. Pertanto, il sonno può essere protettivo contro lo sviluppo di vari tipi di demenza, poiché aiuta a rimuovere queste proteine.
In uno studio pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori hanno scoperto che il liquido cerebrospinale allontana queste proteine dannose dal cervello durante il sonno profondo, fungendo da guardia per la funzione cognitiva. Questo processo di “lavaggio del cervello” notturno può proteggere il cervello dalla malattia.
Quante ore dormire?
Ma non solo la durata del sonno è importante. Anche dormire troppo poco o troppo può aumentare il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. Un rapporto pubblicato su JAMA Neurology ha scoperto che le persone che dormono meno di sei ore a notte avevano livelli elevati di proteine che sono considerate marcatori di demenza come l’Alzheimer.
Ma anche gli adulti che dormivano più di nove ore a notte mostravano un declino delle capacità cognitive. Dormire meno di sei ore o più di nove ore è stato anche collegato a più sintomi di depressione e indice di massa corporea (BMI) più elevato.
L’American Academy of Sleep Medicine (AASM) raccomanda che gli adulti dormano sette o più ore a notte. Tuttavia, nei giovani adulti potrebbero essere necessarie 9-10 ore in caso di privazione del sonno.
Inoltre, anche la mancanza di sonno può avere un ruolo nell’Alzheimer. Uno studio del 2018 ha rilevato che solo una notte di privazione del sonno ha aumentato la quantità di tossine correlate all’Alzheimer nel cervello.
I recenti studi dimostrano l’importanza del sonno profondo e di qualità per ridurre il rischio di declino cognitivo e proteggere il cervello dal morbo di Alzheimer. Anche se ci sono ancora ulteriori ricerche da fare, questi risultati suggeriscono che dare priorità al sonno può favorire la salute del cervello. Il sonno è un elemento essenziale per la salute dell’organismo e per mantenere il cervello in buona forma.
Per saperne di più
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce principalmente la memoria e le funzioni cognitive. È caratterizzata dalla progressiva morte delle cellule cerebrali e dalla formazione di placche di proteine anomale all’interno del cervello.
La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza, che è un termine generico che descrive un insieme di sintomi cognitivi come la perdita di memoria, difficoltà di pensiero, di ragionamento e di apprendimento.
La demenza può essere causata da diverse malattie, tra cui l’Alzheimer, ma anche dall’ictus, dalla malattia di Parkinson, dall’encefalopatia, dal trauma cranico e da altre condizioni.
L’Alzheimer solitamente si sviluppa gradualmente e può progredire lentamente nel tempo. Inizialmente, i sintomi possono essere confusi con quelli della normale invecchiamento, ma alla lunga l’individuo colpito può avere difficoltà ad eseguire attività quotidiane come la gestione delle finanze, la guida e la cura personale.
La diagnosi dell’Alzheimer può essere fatta solo dopo una valutazione approfondita, che può includere test cognitivi, esami del sangue, tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica (MRI) del cervello.
Purtroppo, al momento non esiste una cura per l’Alzheimer, ma esistono terapie e farmaci che possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.
Inoltre, le attività che stimolano il cervello, come la lettura, la scrittura, la risoluzione di puzzle e il gioco, possono aiutare a preservare le funzioni cognitive e ritardare la progressione della malattia.
E’ una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta un enorme onere per i pazienti, le loro famiglie e la società in generale. Per questo motivo, è importante investire nella ricerca per trovare una cura e trovare modi per prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia.
Articolo a cura di:
Patrizia Landini
Giornalista di Salute e Benessere
La nostra TV che da sempre è la nostra finestra sul mondo della crescita evolutistica dell’umanità.
Dal 2011 Partner Ufficiale di YouTube, seguirà costantemente il nostro lavoro di divulgazione e supporto delle buone pratiche