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AltroStile • AI al servizio dei cetacei 

AI al servizio dei cetacei 

Grazie all’Intelligenza Artificiale si studia l’habitat dei cetacei nel Mar Ionio
AltroStile • AI al servizio dei cetacei 
AI e cetacei

Grazie all’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale (AI), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Stiima) di Bari ha condotto uno studio per la prima volta applicato allo studio dell’habitat dei cetacei nel Mar Ionio settentrionale. Lo scopo di questo studio è stato quello di ampliare la comprensione della loro bio-ecologia e migliorarne la conservazione e la tutela. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha coinvolto CNR-Stiima, Jonian Dolphin Conservation, Fondazione Cmcc e le Università di Bari e della Basilicata. L’utilizzo delle intelligenze artificiali, combinate con i dati dell’EU Copernicus Marine Service, ha permesso di analizzare in modo accurato i dati ambientali relativi all’habitat dei cetacei.

Secondo Rosalia Maglietta, esperta di intelligenza artificiale del CNR-Stiima, i cetacei sono esposti a molteplici stress di natura antropica e ai cambiamenti climatici. Valutare lo stato di conservazione di queste specie diventa, quindi, strategico per impostare efficaci piani di gestione sostenibile della risorsa mare e, nello stesso tempo, per la conservazione delle aree critiche per la fauna marina d’interesse comunitario.

Utilizzando i descrittori ambientali forniti dalla Fondazione Cmcc e ricavati mediante l’uso di tecniche di telerilevamento spaziale e di prodotti di modellistica numerica del Servizio europeo Marine Core Service, è stato possibile avere informazioni dettagliate sull’ambiente in cui i delfini vivono. Sfruttando le informazioni contenute nei descrittori ambientali forniti dal Servizio Copernicus, le intelligenze artificiali hanno consentito di predire l’abbondanza di tre odontoceti più diffusi nel Mar Ionio settentrionale: la stenella striata, il tursiope e il grampo.

Nel Mar Ionio è possibile trovare diverse specie di cetacei, tra cui anche il delfino comune e la balenottera comune. Tuttavia, molte di queste specie sono minacciate dalla pesca accidentale, dall’inquinamento e dalle attività umane. Alcune aree marine protette sono state istituite per proteggere queste specie e il loro habitat, ma è necessario continuare a lavorare per garantire la sopravvivenza dei cetacei nel Mar Ionio e in tutto il mondo.

Secondo le analisi condotte dagli ecologi del Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e ambiente dell’Università di Bari, i parametri ambientali specifici dell’habitat marino sono direttamente collegati alla presenza abbondante di prede. Le intelligenze artificiali hanno evidenziato che la concentrazione di nutrienti inorganici, quali i nitrati, il fitoplancton, la temperatura e la salinità, sono le variabili ambientali che più influenzano la distribuzione e l’abbondanza dei cetacei oggetto dello studio.

I dati di avvistamento raccolti dall’Associazione Jonian Dolphin Conservation, lungo un arco temporale di oltre 10 anni, sono stati fondamentali per lo studio dell’habitat dei cetacei. La strategia di analisi e studio sviluppata potrebbe essere efficacemente applicata anche in altre aree geografiche e su specie di cetacei differenti.

In conclusione, lo studio multidisciplinare ha portato a un avanzamento e una nuova conoscenza sull’utilizzo dell’habitat da parte dei cetacei. Inoltre, la combinazione di dati raccolti con continuità temporale e l’utilizzo di intelligenze artificiali hanno permesso di ottenere risultati innovativi nel campo della biologia marina e della conservazione degli habitat marini.

Questo tipo di approccio multidisciplinare e tecnologicamente avanzato potrebbe essere utilizzato anche per lo studio di altre specie marine e in altre aree geografiche, contribuendo così a migliorare la conoscenza del nostro ecosistema marino e a proteggere le specie che lo abitano.

Lo studio dei cetacei richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse discipline scientifiche, tra cui la biologia, l’ecologia, l’acustica, la fisica, la matematica e l’informatica. L’utilizzo di tecniche di rilevamento acustico, come i microfoni subacquei, e di strumenti di analisi dei dati avanzati, come le intelligenze artificiali, consente di ottenere informazioni dettagliate sull’uso dell’habitat dei cetacei e di sviluppare strategie di conservazione più efficaci. Inoltre, è importante coinvolgere attivamente gli stakeholder e la comunità locale nella conservazione dei cetacei e del loro habitat.

La ricerca ha dimostrato che l’intelligenza artificiale, appunto, può essere una potente alleata nella comprensione dei comportamenti e delle abitudini dei cetacei, favorendo la loro tutela e conservazione in un momento storico in cui la sopravvivenza di molte specie marine è minacciata da molteplici fattori antropici e ambientali.

AltroStile • AI al servizio dei cetacei 
Articolo a cura di:

Patrizia Landini

Giornalista di Salute e Benessere

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